Protesi mammarie e linfoma anaplastico a grandi cellule - Dott. Mauro Schiavon

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DOTT. MAURO SCHIAVON
Specialista in Chirurgia Plastica, Ricostruttiva ed Estetica
Specialista in Chirurgia della Mano
PROTESI MAMMARIE E LINFOMA ANAPLASTICO A GRANDI CELLULE
Da pochi anni è stata notato un anomalo numero di casi di Linfoma Anaplastico a Grandi Cellule (ALCL) in pazienti portatrici di protesi mammarie per fini ricostruttivi o estetici, anomalia derivata dal fatto che l’ALCL, benché possa svilupparsi in qualsiasi distretto corporeo, per la prima volta si manifestava in corrispondenza del tessuto mammario peri-protesico.
Il Linfoma Anaplastico a Grandi Cellule è una rara forma di Linfoma non-Hodgkin che si sviluppa a carico di alcune cellule del sistema immunitario (i linfociti T). La prognosi è solitamente favorevole quando la malattia è localizzata al tessuto attorno alla protesi anche dopo la sola rimozione della protesi e cella capsula che la circonda.
Il Ministero della Salute ha riportato in una circolare l’incidenza dell’ALCL nel nostro Paese, che è pari a 2.8 casi su 100.000 donne. Sembra esserci una predominanza di casi di ALCL in pazienti con protesi mammaria a superficie testurizzata, cioè ruvida/rugosa anche se, ad oggi, non ci sono evidenze scientifiche che supportino la correlazione causale tra l’insorgenza di questa patologia e il tipo di protesi mammaria.
Il Ministero della Salute Francese ha comunque disposto il ritiro dal commercio in Francia, esteso poi a tutti i paesi membri della UE, di un particolare tipo di protesi a superficie molto ruvida.
Il CSS il 7 Maggio 2019 ha emesso un documento in cui “non si ravvedono motivazioni sufficienti per raccomandare il ritiro dalla disponibilità commerciale delle protesi testurizzate – e che – non si pone indicazione alla rimozione della protesi liscia o testurizzata in assenza di sospetto clinico di ALCL”.
Il Ministero prosegue nella circolare “….I pazienti prima dell’impianto di protesi anatomiche testurizzate (quando indicato dal Medico per motivi di outcome chirurgici o per un risultato estetico ottimale) o lisce per motivi cosmetici o nell’ambito della chirurgia ricostruttiva, dovranno essere dettagliatamente informati sul rischio di BIA-ALCL e sull’obbligo di controlli periodici (soprattutto nei casi di chirurgia estetica) con specifica menzione di queste raccomandazioni nel consenso informato. Con l’occasione, si rammenta che il medico chirurgo ha l’obbligo di informare i pazienti o soggetti candidati ad un impianto con protesi mammarie, per ragioni estetiche o ricostruttive, di tutti i benefici e potenziali rischi connessi all’utilizzo di tali dispositivi, così come indicato anche nelle istruzioni d’uso che costituiscono parte integrante della documentazione tecnica del dispositivo. Si ribadisce la necessità di informare i pazienti ed i soggetti del rapporto rischio-beneficio derivante da tale protesi…”
A cura del dott. Mauro Schiavon, chirurgo plastico ed estetico
Opera a Udine presso il Policlinico "Città di Udine"
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